Il mio tesssssssoro

Quando decidi di indossare “l’unico Anello” per dimostrare a tutti, al mondo intero, al tuo cuore e al suo, che lei è tua e tu sei suo.

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Definizioni

«[…] Rapporto di convivenza dell’uomo e della donna in accordo con la prassi civile, ed eventualmente religiosa, volto a garantire la sussistenza morale, sociale e giuridica della famiglia.».

«[…] Negozio giuridico che indica l’unione fra due o più persone, a fini civili, religiosi o ad entrambi i fini […]».

«[…] patto con cui l’uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla procreazione e educazione della prole […]»

Si può definire il matrimonio in mille modi diversi.
Va bene.

Vorrei però scriverne una io, di definizione.

«Il matrimonio è una promessa.
La promessa di accoglierti a braccia aperte ogni sera, ogni mattina al mio risveglio, dopo aver fatto l’amore, dopo aver litigato, di esser tuo. La promessa di voler fare per la prima volta qualcosa con te. La promessa di volere non una, ma tante prime volte con te. E’ la promessa di non abbandonarti, di comprenderti e di ascoltarti. La promessa di avere la pazienza di starti accanto, anche quando non mi vuoi, e di esserci quando necessario. E’ la promessa di guardare nella stessa direzione e tenerci per mano per seguirla insieme. La promessa di far la pace dopo aver discusso forte. La promessa di essere più paziente e più flessibile. La promessa di essere ogni giorno migliore e ogni giorno più innamorato.
Il matrimonio è la mia promessa.»

Io accolgo te.

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Sì, viaggiare

Mi piace guidare, lo trovo rilassante e piacevole. Mi piace guidare autostrada, lungo quella veloce distesa d’asfalto che mi si propone di fronte.
Rispetto i limiti di velocità e occupo la corsia libera più a destra. Facile.
Però penso anche alle simpatiche persone che incrocio durante il mio cammino.
E allora incrocio lo spaesato, inchiodato sulla corsia centrale a una velocità inferiore alla mia. Al mio superamento, attenzione! non un sorpasso, superamento, lungo la mia corsia libera di destra, lo spaesato mi guarda pure strano… Io sono quello strano?
Incrocio poi il folle che ad una velocità disumana sorpassa a destra e a manca tagliando l’asfalto con traiettorie imprevedibili. Dov’è lo spaesato quando serve?
Lungo il mio tragitto incrocio anche uno di quegli spaesati che però, si credono furbi o che “per carità di Dio, io nella corsia di destra non ci vado neanche se mi sparano”, che mi si parano davanti nella corsia centrale e non si spostano. Nemmeno dopo avergli lampeggiato cortesemente un paio di volte. Nemmeno dopo aver insistito 10 volte, sono costretto a frenargli dietro (impossibilitato al sorpasso perché nella corsia di sinistra sopraggiunge già qualcuno). E piuttosto che spostarsi, lui, preferisce indicarmi il cielo con il dito più lungo della sua mano. Ma che carino!
Allo stesso modo mentre effettuo un lungo sorpasso nella corsia più a sinistra (e quindi senza alcuna alternativa di spostamento) vedo sopraggiungere dallo specchietto retrovisore due fari minacciosi in progressivo avvicinamento. Questi due fari cominciano a lampeggiare impetuosamente pur essendo ancora a più di un centinaio di metri da me e risultano parecchio insistenti.
Il minaccioso mi raggiunge alla velocità della luce, rombando. Non ha un auto, ha un jet. Per educazione ricambio il saluto accendendo il mio retronebbia senza superare i (miei) limiti di velocità e, alla fine del sorpasso, gli lascio spazio. Non era un jet, solo un pirla.
Insomma, guidare in autostrada non è facile…
Anzi no, mi correggo, guidare in autostrada è molto facile… sopportare alcune teste di cazzo che vi circolano non lo è!
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Supportare o sopportare

C’è una sola vocale a distinguere due termini che, per assonanza, si somigliano.
Ma questa singola vocale allontana le definizioni in modo incredibile.
Colui che “sopporta” si adatta, resiste con o senza difficoltà a condizioni avverse o fastidiose, tollera determinate situazioni più o meno dolorose, più o meno importanti.
Al contrario chi “supporta” fornisce dell’aiuto, dell’appoggio necessario, sostiene e aiuta un’altra persona nel modo che reputa migliore.
Come si fa a supportare? Credo che tutto possa partire dall’ascolto.
E’ l’ascolto empatico, appassionato, senza pregiudizi e senza giudizio futuro, che risulta essenziale per supportare qualcuno.
Ogni persona reagisce ad un evento in modo diverso dalle altre; quando questo succede in una coppia, ad esempio, la reazione viene comunicata all’altra persona influenzata dalla reazione emotiva del momento. E’ proprio in questo momento che bisogna imparare a riconoscere le situazioni per comprendere e “supportare” anziché “sopportare” uno sfogo o una richiesta di aiuto e bisogno.
L’amore quindi, insieme all’ascolto, è la chiave di volta.

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Emozioni al comando

Il nuovo film d’animazione della Pixar dal titolo “Inside Out” è un concentrato di risate, carico di ironia, ma con particolare attenzione ai risvolti psicologici e scientifici.
Questo è quello che rende questo film d’animazione uno dei più riusciuti degli ultimi tempi.
La componente comica è rappresentata appunto dalla personificazione delle emozioni principali (secondo Pixar) di ognuno di noi, ovvero Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura. I cinque in cabina di regia guidano la vita della ragazza protagonista conservando ricordi e sviluppando la sua personalità.
Ma in tutto questo c’è anche spazio per discorsi più seri come la crescita, il cambiamento, l’amicizia e la famiglia.
Visione assolutamente consigliata al pubblico di ogni età.
Sicuramente questa non vuole essere una recensione completa e universale di “Inside Out”, ma più uno spunto di riflessione.
Ci sono emozioni, oltre a quelle nel film, che sarebbero potute essere rappresentate singolarmente?
Quali “emozioni” hanno la meglio su noi stessi?
Quale o quali emozioni hanno determinato il tuo percorso di crescita?

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Two beer or not two beer: that is the passion.

Homer Simpson aveva ragione.
Ci sono tanti modi per descrivere una vacanza.
La persona che hai al tuo fianco, l’amore che hai per lei.
Gli scorci delle città che hai visitato, l’acqua cristallina del mare in cui hai nuotato.
Il cibo che hai assaggiato e quello di cui ti sei deliziato.
E poi ci sono anche loro.
Solo “San Miguel” e “Peroni”!

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Noi (e la Giulia)

«Nasciamo con le mani piene, per questo da neonati stringiamo i pugni, perché abbiamo i doni più meravigliosi che possiamo desiderare… l’innocenza, la curiosità, la voglia di vivere!
Poi però veniamo allevati nel timore di Dio, quindi non possiamo farcene una colpa se poi abbiamo timore anche di tutto il resto! Siamo cresciuti col mito del posto fisso, la carriera, il successo, per questo ci sentiamo sempre poveri ed inadeguati, stiamo scappando perché non ci hanno dato le armi buone per resistere, e quando scopriamo che la nostra squadra del cuore non ci ricambia, che la nostra amica banca si ricorda di noi solo quando andiamo in rosso, che il lavoro della nostra vita la nostra vita la vuole tutta… ci sentiamo sconfitti! Ci sarebbe bastato poco, tipo avere dei sogni davvero nostri, partoriti dalle nostre ambizioni e non dalla sala riunioni di una multinazionale.
Devo imparare a richiudere i pugni, come da neonati, per tenere stretta in mano la nostra vita…»
[cit. dal film “Noi e la Giulia” di Edoardo Leo]
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suo

Ho voglia di scrivere due righe.
In passato scrivevo molto di più.
Sono una persona riflessiva, forse troppo. Ordinata, forse troppo. Precisa e puntigliosa, forse troppo. E tutto il tempo libero lo occupavo con le uscite con amici, la curiosità di leggere il mio libro, due giochi al pc, un po’ di sano sport e il mettere ordine all’accozzaglia di pensieri ordinari e straordinari che affollavano la mia mente.
I pensieri non mi hanno abbandonato, forse sono cambiati, ma ci sono ancora. Dei libri non posso farne a meno, così come di una birra in compagnia. Lo sport e il ballo fanno sempre parte di me.
Non ho nemmeno dimenticato wordpress.
Ma, adesso, preferisco passare il mio tempo nel suo abbraccio.
E’ nel suo abbraccio il posto nel quale voglio stare.
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Missione

Ha inizio una dura prova. Una missione che intendo affrontare senza troppe difficoltà. Un evento che può cambiare la storia (la mia!). Un esame da superare a pieni voti.
Facciamo il punto.
Non distrarsi.
Concentrare l’attenzione sulle cose che accadono e tenere viva la partecipazione.
Evitare domande pericolose sugli altri o su stessi. Si potrebbe uscire con le ossa rotte.
Non abusare con il vino. Il sorriso ebete è dietro l’angolo. Moderazione.
Conversazione utile. Interessi comuni e discorsi interessanti.
E sentirsi a proprio agio.
Forza!
Ce la puoi fare!
I parenti del tuo amore stanno per arrivare!
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2015, un nuovo tentativo!

«Il tango non è maschio, è coppia: cinquanta per cento uomo e cinquanta donna, anche se il passo più importante, l'”otto”, che è come il cuore del tango, lo fa la donna. Nessuna danza popolare raggiunge lo stesso livello di comunicazione tra i corpi: emozione, energia, respirazione, abbraccio, palpitazione. Un circolo virtuoso che consente poi l’improvvisazione.»
[Miguel Ángel Zotto]
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