Qual è il confine tra normalità e follia?
Chi definisce il termine di una e l’inizio dell’altra.
Nessuno è così normale da potersi vantare, nessuno è così folle da permettersi di eludere qualsiasi “convenzione” umana.
Allora perché io stesso non capisco molte delle reazioni umane? Ciascuno di noi viene da un pianeta diverso o sono solo io a non capire molto? Ci sono! E’ questa la mia follia!
No, forse no! Aspetta! Sono io quello normale.. che non accostandosi alla follia generale.. si sente folle, in un mondo di presunti normali.
Facciamo che io non mi metto in nessuno schieramento.. quella sottile linea di confine, di scarsa normalità e ordinaria follia.
Che poi se ci penso, follia non è nemmeno opposta a normalità. Forse sono lì, l’una accanto all’altra, totalmente appaiate, quasi camminando lungo la stessa strada… tenendosi per mano.
Senno. Questo è il segreto. Forse.
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camminare in equilibrio su quel filo, quella linea sottile …
“Tutti siamo costretti, per rendere sopportabile la realtà, a tenere viva in noi qualche piccola follia.” [Proust] …sarà questo l’equilibrio di cui parli?
mmm io non riesco a distinguere i due territori, figuriamoci se cerco pure il confine 😉 sempre bello leggerti.
Un abbraccio
Benvenuta micuzza al tuo primo commento qui, tra realtà, normalità e follia.
Quella linea, forse hai ragione tu, non è poi così netta.. forse è uno spazio, un’area, come l’intersezione nella teoria degli insiemi..
E quello che dico sempre io ………….. Tutti siamo un po’ pazzi … non esiste la normalità!!!!! Ognuno è normale a modo suo!!!!!!!!!!!!!!! 😉
La normalità non ci sarebbe se non ci fosse la follia…
Borderline. La linea di confine. Il solco invisibile. Il non spazio tra i due piani della realtà. Quello tangibile e quello astratto. Quello oggettivo e quello soggettivo.
Non è il senno la risposta, ma il sentire. L’ascolto di sé che consente l’ascolto dell’altro. L’incontro con le parti meno evidenti e più fragili di sé, che permette di costruire un linguaggio comune con chi abbiamo davanti.
Il dialogo autentico, profondo con l’altro che passa per la comprensione di sé.
Sicuramente l’ascolto porta spesso alla comprensione. Che sia di sé stessi o degli altri è uguale. Certo è che certi ragionamenti, certe azioni, sono inspiegabili e non catalogabili.. e lì credo che si ponga il confine delle cose. Non una linea retta, ma un’area. Invisibile e indefinibile…
Il fatto che un gesto non rientri all’interno di categorie gli conferisce ai miei occhi un valore aggiunto: lo definisce come qualcosa di nuovo, forse di unico, che richiede il mio sforzo per cambiare posizione, per assumere uno sguardo differente, al fine di poterne comprendere il senso…
io dico che la normalità non è l’aspirazione di nessuno…
ma tutti la invocano…
ne siamo proprio sicuri??? forse un po’ di autocritica non farebbe male… nessuno è normale e nessuno vuole esserlo…
No, non ne siamo sicuri infatti. Hai ragione. Per questo motivo, quindi, anche la riflessione descritta inizialmente, quella linea di confine.
Come odio e amore sono divisa da una linea sottilissima di facile di separazione.
Ho a che fare praticamente con il genere umano con stato di salute precarie e mi è capitato spesso di analizzare da spettatrice esterna certi comportamenti e devo veramente dire che il confine tra normalità e follia bah difficile segnarlo e facile varcarlo.
Grazie per lo spunto di riflessione, bel blog piacere dolceslave kiss
Benvenuta! E grazie!! =))
Ciao Marco, prima di tutto bisognerebbe chiarire che cos’è la normalità.., credo che nn tutti percepiamo questo concetto allo stesso modo..
Colgo l’occasione per farti i miei migliori AUGURI di Buon Anno, un abbraccio Simona 🙂
Hai ragione, si potrebbe passare un’intera vita per capirlo e magari neanche trovare una risposta significativa.
Un abbraccio anche a te! Goodbye!
Auguri di Buon Anno Marco e che sia migliore.. un abbraccio 🙂